Iliade e Odissea per bambini. Intervista all’autore

Layout 1Prima l'Odissea e poi l'Iliade: Nicola Cinquetti, veronese, professore di Storia e Filosofia al liceo, autore di narrativa e poesia per ragazzi, ha riscritto per un pubblico giovanissimo i testi omerici.
Pubblicati da Lapis e illustrati da Desideria Guicciardini, che per l'occasione non utilizza il suo più consueto stile chiaro e giocoso, ma produce affascinanti illustrazioni scure, definite e possenti.


Entrambi i volumi sono molto amati da noi in libreria, e abbiamo deciso di offrirvi un approfondimento con la voce dell'autore stesso, che ha gentilmente deciso di rispondere ad alcune domande per chiarire quale valore abbiano due testi così complessi per i ragazzini dei nostri giorni, e quale il loro percorso autoriale ed editoriale.

L’impressione che ho avuto leggendo la tua scrittura dei testi omerici è stata di assoluta fedeltà. Eppure il tuo testo è una prosa agile e diretta, alleggerita da epiteti esornativi, dialoghi e molto altro che caratterizzano il testo greco e le sue traduzioni più letterali, compresa la metrica naturalmente.
È come se si trattasse piuttosto di una fedeltà concettuale, perché poi lo spirito originario risulta assolutamente intatto, anche grazie alle illustrazioni ieratiche e vicine (anch’esse in modo concettuale) alla pittura vascolare. Come hai lavorato per ottenere questo risultato?

Nel momento in cui mi sono dedicato alla riscrittura dei testi omerici, mi sono ritrovato in una posizione molto delicata: da una parte queste opere, antiche come le montagne, dall’altra i ragazzi, i giovani lettori. Nel mezzo io, appunto.

Ora, di fronte a tanta grandezza narrativa e spirituale, mi sono imposto di ridurre – per quanto possibile – l’interferenza della mia persona, della mia voce, perché l’incontro tra i ragazzi e le storie omeriche non fosse compromesso dalla mia mediazione. Di qui il desiderio di rimanere il più possibile fedele ai testi. La fedeltà, peraltro, è un valore di fondo dell’etica omerica.

Mi sono sentito un po’ come una guida alpina, che conduce i ragazzi alla scoperta di una montagna e delle sue meraviglie. Io ho scelto il sentiero da seguire e ho scandito il passo. Lungo il cammino, però, ho cercato di parlare il meno possibile, perché fosse la montagna, con le sue voci e le sue immagini, a raccontare a ciascuno sé stessa.

Layout 1Violenza, regole sociali arcaiche, preclassiche e brutali; un pantheon di dèi amorale, capriccioso, per cui il destino umano è gioco o posta in gioco… tanti sono gli elementi “difficili” e stranianti. Cosa pensi abbiano da offrire Iliade e Odissea a un ragazzino di oggi tanto da leggerli al di fuori del contesto scolastico? Oltre al fascino della narrazione antica, ci vedi anche qualche chiave di comprensione del mondo contemporaneo?

L’Iliade e l’Odissea sono anzitutto grandi storie. Le storie per eccellenza sulle quali si è fondata la narrativa occidentale. Le storie di tutte le storie. Si sono formate nel corso di secoli di narrazione orale, come le fiabe. In questo processo, in questo continuo passare da una voce all’altra, l’essenziale si è mantenuto vivo e si è definito, l’accidentale si è perduto. In questo senso potrei dire di nuovo che leggere l’Iliade o l’Odissea è un po’ come contemplare una montagna, oppure un fiume, il mare.

Ma c’è di più. La ragione per cui gli uomini raccontano storie è senz’altro legata alla loro ricerca di significato.
Che l’Odissea sia una rappresentazione della vita umana, come viaggio interiore che ognuno deve intraprendere per conquistare (o riconquistare) sé stesso, è evidente. Ma il lettore dell’Iliade troverà altrettanta ricchezza simbolica, perché al di là dell’interminabile e insopportabile sequenza di massacri, al di là della celebrazione della virilità violenta e dominante, l’Iliade avanza con prepotenza la domanda sul senso della vita e della morte, soprattutto della morte.
Se l’Odissea è un racconto della vita, l’Iliade è un confronto con la morte. L’ultimo capitolo, l’ultima scena, dove Ettore trova finalmente degna sepoltura, in una momentanea sospensione dell’odio e della violenza, è la silenziosa risposta che Omero offre alla domanda di fondo dell’esistenza umana.

Non dobbiamo sottovalutare i giovani lettori. Anche loro, come gli adulti, chiedono alla letteratura di parlare con coraggio delle questioni decisive: la vita, il dolore, l’amore, la morte. È questa la ragione dell’attualità delle opere classiche.

E per te cosa rappresentano? Cosa ti ha spinto, in un percorso autoriale vario come il tuo, a dedicare attenzione e cura proprio a questi due testi?

La proposta di dedicarmi alla riscrittura dell’Odissea, e successivamente dell’Iliade, mi è stata fatta da Rosaria Punzi, direttrice editoriale delle Lapis. L’ho accettata con convinzione per diverse ragioni.
Anzitutto mi attirava l’idea di dovermi immergere nei due poemi omerici perché sapevo che ne sarei uscito migliorato nella mia capacità di scrittura. Per imparare a disegnare, i pittori si mettono davanti alle opere dei grandi artisti, lapis in mano, e le riproducono. Allo stesso modo, la riscrittura di un classico è un esercizio di stile decisamente formativo, per chi vuole coltivare l’arte di scrivere.

Sapevo inoltre, avendo già pubblicato più testi per le edizioni Lapis, che ne sarebbero usciti due libri curati in ogni aspetto. Un libro è sempre un lavoro d’equipe, ma questi due lo sono stati in maniera particolare. Voglio dire che sono nati da una collaborazione che ha coinvolto l’intera redazione, anzi l’intera casa editrice, in un lavoro appassionato e condiviso, pagina per pagina, parola per parola, animato dal comune desiderio di offrire ai ragazzi due opere rispettose delle antiche storie e della loro bellezza.
Il talento di Desideria Guicciardini e la sua sapienza creativa hanno completato il quadro.

Odissea, di Nicola Cinquetti, illustrazioni di Desideria Guicciardini, Lapis, 2014 (seconda edizione)

Iliade, di Nicola Cinquetti, illustrazioni di Desideria Guicciardini, Lapis, 2015 (seconda edizione)